martedì 19 luglio 2011


guarda bene

guarda la luce come s'attacca al muro senza ostacoli
se corrisponde al centro della testa; da lì magari sia

sempre irradiata - vedi tu se è proprio così incerta,
privata, se non si declina per tutti allo stesso modo

con il giorno ma ci rimane appesa, incollata, sensibile,
ai diversi livelli si combina con l'inerte: è quindi lenta,

e così è un niente per niente, parla da sola - e allora
guardi di nuovo quello che si vede: la posizione in cui

si trova la catastrofe se l'è già presa chi non vede bene,
tutti e nessuno: forse non sai che l'indecenza delle cose

passa con tutto quello che non si conosce dalla testa in
poi, è indecidibile come smania costante che si fa specie

ed oltrepassa il movimento non in grado di segnarsi -
quando la luce corre trovi ad attenderti chissà quale

rivelazione, mentre invece ci sono pose senza alcun
riflesso e anche se c'è un filo che si dipana dal corpo

di continuo, va ancora più incerto, va via sempre più
insensibile, privato, impossibile davvero a declinarsi.

pensa a come tutta una storia intera si svolga sotto
gli accidenti, se vedi che ti manca ciò che stai per dire

allora guarda, c'è qualcosa tutto intorno che non vedi,
una fonte di luce non richiesta. sveglio, guardati. bene.

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