giovedì 2 febbraio 2012
cessazione (2010, ris. 2012)
resta chiaro nelle voglie attese io adesso non più tramite
di schizzi e ibernazioni impatti o lastre deformate io il minimo
richiesto dalla veglia la filtrazione dei modi di dire presa
dai rimasti appesi agli scaffali io ricompone rotture vasi
aperti mancando di saliva sempre troppa quella per bocche
e bocche aperte richiuse avvertendo il pianeta andarsene
da un'altra parte muovendosi da lingue opposte provate
sempre dalle correzioni stanche e adesso esposte
a un solo attacco assiderate nel coagulo freddo i luoghi
io io non c'è se non per l'esistenza dice io se qualcuno
non si volta eppure prova a rimanere io che lascia
una fortuna per un tipo di contagio io che non teme
l'insicurezza la porta aperta il gas lo lascia ad esalare
il comando di io è perfetto e inderogabile non fare niente
di quanto detto non più decidere soltanto per qualcuno
che io salta tirando via tutto diserta una riunione o l'esercito
lascia il banco vuoto attende una risposta e chi ancora io
mantiene l'ordine chiede di andare non timbra il cartellino
io provoca l'ammutinamento prende la mira o il manganello
inscena una rissa o sparatorie lascia fare aspetta io si vede
io che non si vuole arresta io per poi voltarsi non sparare
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