mercoledì 27 giugno 2012


d.b. e m.m. : radiografia e radiocomando (2009)

la macchinina, non il volume
dell'ora in cui si chiudono gli scuri
apre i fari a un rilancio, un cortile 
- un credo, quasi a svanire, dalla scocca -
ai metri un pistone, un barometro, la cerniera
di nebbia celebrativa, il grilletto, e sia
lo sterzo a centrifuga, sfasciato, le leghe scagliate
e scisse alla stretta delle luci, la torsione di un muro
- se l'allarme è domani, viola di sirene -
quindi i cancelli piegano un nome, un cilindro e ancora
trovo che l'oltre sia telaio e taglio di lamiera
e una valvola dove entrano a taniche, a iniezioni
per chi ne ha cura, in dosi e soglie approssimate, le frizioni 
occluse fino alle maniche, alla curva magra del lunotto.
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(a riprenderla ora mi viene da aggiungere, come glossa:
se la vita è sventura, 
perché da noi si dura? 
intatto lunotto, tale  
è lo stato mortale 
ma tu mortal non sei,
e forse del mio dir poco ti cale)  

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