martedì 30 ottobre 2012


daniele bellomi - s.n.r. 185 (iii)



volta, fase di visione della notte, intersezione nel lungo
della fibra, farsa esatta, modulata, siderale presa al punto
che si sposta verso il centro, struttura propria della nebula,
poi nebbia, calma indebolita, mai pronta a disconoscersi,
sintassi realizzata nelle cose, σύνταξις che mette a prova
il nervo più veloce, associa tutto ciò che porta ad arrow left,
momento per chi stacca la materia inerte, suolo percorso,
visto più volte dalla parte del visore; ripartire per contare
i soliti superstiti, conoscere il futuro per attrito, solo modo
che diverge in percezione, l'evento che passa dal bersaglio
al detonare, linea ed energia riaperta in quota, che stalla
e sgrana giorni chiusi in altri giorni, regesti per gli equanti,
epicicli al mezzo delle postazioni. non c'è mira, o quadro 
in prova a darsi avvio da solo, invalidando ciò che è vero;
terra che non trema, inverata, ridotta a calibri, cabrata,
collimata per come tocca a tutti, quando accade, per quanti
potrebbero chiamarla a riconoscersi nel padre: ordine
preso su di sé, tiro costante e decentrato, ora disposto
ad acquisire tutto, porta che si illumina, rimane, svolta
a cui non essere presenti, nulla che faccia male agli occhi.

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