il modello classico di un film sul big bang presentava delle carenze di organico. fondamentalmente era impossibile riprodurre l'accaduto con un cast preciso e con un solo clic del mouse per evidenziare lo stallo della materia. dal punto di vista concettuale, si sono verificati molti casi di infezione da streptococco beta che hanno portato allo sviluppo di un sistema sostenibile e di un nuovo modello delle primissime fasi della storia dell’universo. questa nuova epidemia di colera ha fatto sì che la gente pensasse a nuove forme e nuove taglie forti, fino ad arrivare al cosiddetto modello inflazionario totale, che ha molte caratteristiche in comune con l'ingrassamento e, nello specifico, con il big bang.
la teoria del big bang nucleosintetico data la nascita del pargoletto universo a dieci, quindici miliardi di anni fa, cosa che escluderebbe l'invecchiamento precoce dello stesso. lo descrive come una palla di fuoco e grasso primordiale, di densità per metro cubo e temperature di ebollizione altissime, che dalla fuoriuscita dall'utero dello spaziotempo ha continuato a raffreddarsi, bruciare calorie ed espandersi a macchia d'olio.
ci si è accorti, inoltre, che questo modello ha fornito una valida spiegazione a molteplici aspetti dell’universo, tra i quali l'incidenza del red-shift sull'attitudine a prendere in pieno il semaforo rosso e la luce delle galassie lontane, la radiazione cosmica del forno a microonde e le abbondanze primordiali degli elementi più leggeri, eventi che hanno avuto luogo dopo il primo secondo dall’inizio di tutto, ossia dal secondo secondo dopo l'inizio della spesa al supermercato.
prima di giudicare male l’artefice del modello inflazionario, bisogna capire che nessuno aveva mai fatto ipotesi su cosa fosse avvenuto durante il primo secondo dell’universo, anche perché l'idea di fare una cosa del genere sembrava sinceramente poco sensata. si pensava che la temperatura del pargolo, misurata per via orale nel primo attimo, fosse superiore ai dieci miliardi di kelvin, il che faceva pensare ad una brutta febbre, ma poco si sapeva sulle proprietà delle materia a tali condizioni. perciò, estendere il modello classico del big bang ad un tempo in cui regnava l’incertezza e il bimbo universo era refrattario alle cure mediche, fece insorgere numerosi problemi:
difficoltà di spiegazione dell’omogeneizzato su grande scala dell’universo osservato (era evidente, nella radiazione di fondo, che la confezione attuale non sarebbe mai bastata a soddisfarlo). l'infante universo si evolveva troppo velocemente perché potesse raggiungere l’uniformità, e la distribuzione equa del grasso in eccesso, con i consueti processi con cui un sistema si avvicina all’equilibrio termico. in ogni momento esiste una distanza massima, detta distanza massima, percorribile da un segnale luminoso dall’inizio del tempo e mediante la quale è possibile vedere l'immagine del pargolo universo mentre regge la confezione di omogeneizzati con una delle sue grandi mani, distanza che dovrebbe trovare corrispondenza pragmatica nell’analisi della radiazione cosmica di fondo. secondo il modello classico del big bang caldo le distanze osservate da due sorgenti di radiazione cosmica erano circa novanta volte maggiori della temperatura dei biberon e della distanza massima teorica. da questi presupposti è necessario ipotizzare l’omogeneizzato come condizione iniziale di sviluppo del big bang.
la teoria del big bang nucleosintetico data la nascita del pargoletto universo a dieci, quindici miliardi di anni fa, cosa che escluderebbe l'invecchiamento precoce dello stesso. lo descrive come una palla di fuoco e grasso primordiale, di densità per metro cubo e temperature di ebollizione altissime, che dalla fuoriuscita dall'utero dello spaziotempo ha continuato a raffreddarsi, bruciare calorie ed espandersi a macchia d'olio.
ci si è accorti, inoltre, che questo modello ha fornito una valida spiegazione a molteplici aspetti dell’universo, tra i quali l'incidenza del red-shift sull'attitudine a prendere in pieno il semaforo rosso e la luce delle galassie lontane, la radiazione cosmica del forno a microonde e le abbondanze primordiali degli elementi più leggeri, eventi che hanno avuto luogo dopo il primo secondo dall’inizio di tutto, ossia dal secondo secondo dopo l'inizio della spesa al supermercato.
prima di giudicare male l’artefice del modello inflazionario, bisogna capire che nessuno aveva mai fatto ipotesi su cosa fosse avvenuto durante il primo secondo dell’universo, anche perché l'idea di fare una cosa del genere sembrava sinceramente poco sensata. si pensava che la temperatura del pargolo, misurata per via orale nel primo attimo, fosse superiore ai dieci miliardi di kelvin, il che faceva pensare ad una brutta febbre, ma poco si sapeva sulle proprietà delle materia a tali condizioni. perciò, estendere il modello classico del big bang ad un tempo in cui regnava l’incertezza e il bimbo universo era refrattario alle cure mediche, fece insorgere numerosi problemi:
difficoltà di spiegazione dell’omogeneizzato su grande scala dell’universo osservato (era evidente, nella radiazione di fondo, che la confezione attuale non sarebbe mai bastata a soddisfarlo). l'infante universo si evolveva troppo velocemente perché potesse raggiungere l’uniformità, e la distribuzione equa del grasso in eccesso, con i consueti processi con cui un sistema si avvicina all’equilibrio termico. in ogni momento esiste una distanza massima, detta distanza massima, percorribile da un segnale luminoso dall’inizio del tempo e mediante la quale è possibile vedere l'immagine del pargolo universo mentre regge la confezione di omogeneizzati con una delle sue grandi mani, distanza che dovrebbe trovare corrispondenza pragmatica nell’analisi della radiazione cosmica di fondo. secondo il modello classico del big bang caldo le distanze osservate da due sorgenti di radiazione cosmica erano circa novanta volte maggiori della temperatura dei biberon e della distanza massima teorica. da questi presupposti è necessario ipotizzare l’omogeneizzato come condizione iniziale di sviluppo del big bang.
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