sabato 4 giugno 2011


riversi al suono


non c'è intelligenza nei passi ma la molla

asciugata di scatto, la retorica del corpo, la circolazione.


(se osservi un millepiedi muoversi

hai veramente l'impressione di vedere un'onda

che sfila lungo i suoi fianchi)


a volte quando dormi

un braccio dorme più forte, ti sveglia. ora è sordo,

chiama il mondo a raccolta. così una parentesi

si allarga a forbice

dall'unghia alla spalla - così una periferia

del discorso, una subordinata

costruisce il consenso.


anche il sonno è una disciplina,

gli occhi a pieno regime. sarà materia di studio,

elenco puntato, indice, dottrina. lo stesso azzurro del cuscino

ci sarà da lezione. un confine semplice.


intanto quel braccio prosegue, realizza

un distinguo, scioglie gli indugi, fa

come niente fosse, esprime un peso.

tutto un mondo, ora, passa la mano, scivola

nel linguaggio, commette un'intesa.

- da che ho invertito

osservanza e osservazione


(pulire una ferita col mercurocromo

significa, ancora oggi, evidenziarla come un paragrafo

da ricordare a tutti i costi.

verremo poi interrogati, valutati, daremo conto del sangue)


9 commenti:

  1. Trovo piuttosto incredibile la tua scrittura.
    Inoltre, avendo trovato un numero di telefono palesemente finto in una autopresentazione, l'ho composto (ovviamente non accorgendomi che fosse palesemente finto). Tutto qui.

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  2. ciao, se tieni fede al tuo nick sei libera di contattarmi in privato. altrimenti no, non sei affatto libera.

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  3. Tengo fede; ma, in epoca di sfrontato relativismo -in cui io, saltuariamente, sguazzo- tengo fede al fatto, soprattutto, che la troppa bellezza è mostruosa.
    Ah, ovviamente, e viceversa.

    Del resto, di Joelle Van Dyne non si è mai capito un cazzo.

    Ovviamente poi in privato ti direi solo che è tutto metaforico, baby, come al solito. Pure il nick.

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  4. Ho letto che "non c'è nessun mistero" sulla tua taglia di reggiseno. Non potrai sfuggire per sempre all'onere della prova.

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  5. Proprio oggi per distrazione ho fornito la prova ai passeggeri della metro. Ora non sono metaforica.

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  6. Io oggi vedevo le macchie blu e svenivo, anche. Questo prima di vomitare a casa di Luca. Ma di questo passo non andiamo lontano.

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  7. Io le macchie le vedo bianche e non sono macchie sono cose brillanti. Tipo glitter. Sarà che in fondo sono davvero femmina, chissà.

    Non trovi che 4 richieste di autorizzazione per postare un commento piuttosto frivolo siano una cosa un tantino eccessiva? Ma forse sono io abituata al permissivismo di splinder.

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