lunedì 31 ottobre 2011


la crisi umana

producono magari gli inserti culturali dei giornali. gli inserti culturali dei giornali sono come le sonde voyager, non sono mai più tornati indietro. erano belle davvero, ma le parabole che avevano in dotazione ormai erano superate da quelle incastrate accanto alle finestre delle abitazioni nei quartieri popolari.
c'è la sensazione che questo modo di fare non vada troppo bene. un peccato.
non lo so, non lo so. non so cosa fanno, e manco quelli a dire il vero, padre perdona loro. sono persone che impugnano le sentenze contro persone che invece confermano le sentenze impugnate, fanno l'avanti-indietro su articoli comparativi del tipo x-scrittore : y-pittore, oppure son lì che fremono come uccelletti per ravvisare le compatibilità, il margine di compenetrazione fra umberto eco e il genere umano.
hanno voglia di tenere i pugni in tasca, ma non li hanno chiusi, perché sennò come ci stanno. sanno che l'offesa non è provocata dal reato, ma chiunque li offende. sanno che il reato può essere offensivo, ma che non si offende come loro.
non si fidano quando gli dai qualcosa da leggere. ti chiedono soltanto se si stanno sporcando le mani, come con l'inchiostro della pagina culturale, con il rosso drappeggiato dal caravaggio che campeggia in mezzo alla pagina e si infila sotto le unghie dello sfogliante.
non è tanto bello, così. vado in ricevitoria, punto cinquanta euro sulla crisi umana. la quota che scelgo è l'under due virgola cinque, sta a due e dieci, realizzabile con un margine di rischio contenuto. stavolta sono fiducioso.
vinco centocinque euro se l'umanità si estingue con meno di tre gol di scarto.

sabato 29 ottobre 2011


legible drawings

legible drawings, terzo dei miei blog nati da maggio 2011 ad oggi, chiude ora per riaprire nel corso del 2012: presumibilmente, intorno a marzo o aprile.
l'idea che vada ristudiata la sua formula di presentazione spinge a incorporare qui, per il momento, qualche reposting e nuovi eventuali contenuti.
ld rimane quindi incluso in plan de clivage, mantenendo le medesime modalità.
la stessa cosa avverrà, entro qualche settimana, anche per arsemicosis.

ringrazio (perché l'occasione è giusta e perché è doveroso) chi ci legge pdc ormai come fosse un'abitudine e chi, invece, apre il blog per la prima volta in questi giorni.

d. b.


reposting : legible drawings 14 (2011)

venerdì 21 ottobre 2011


exoforia (2009, 2011 ris.)


recito piano la riga dov'è squarciata pensando alla carta

che si rompe se gira, e gira, e gira, e gira ancora, se strizzando,

se le mani degli altri non ci fanno caso, se capita un altro

problema agli occhi, se vedi che strizzando la voce si perde

contatto, tramite col mondo, con gli occhi riposti e chiusi,

con il testo che non si è fatto ancora vedere, con chi ascolta

che è ancora lì, mentre circola la noia, non è chiaro l'intreccio

che fa a pugni con l'esterno, e se così, parlando, si allude

a qualcos'altro, a un paradosso, magari, se stiamo parlando

puoi vedere come tutto gira, se gira ancora, e gira, ci costringe

ad indossare occhiali, a lasciarli fluttuare su sfondi più chiari,

se la vista gira e vuole convergenza, se dicendo piano la riga

o il verso appena ricomposto, con la vista che rigira le cose,

se gira e gira e finisco ad aver paura dei gesti con cui rovescio

sempre tutto, del mio non saper mettere insieme ciò che prima

ho trovato capovolto, con la testa sott'acqua, il testo annegato

e il suono come di corpi che risalgono in superficie, se strozzando

l'accesso della voce farei del vizio una cosa che non si redime,

che se può gira assieme alla visione, oltre il corpo imbevuto, gira

ancora e si rompe, guarda verso il centro dello sbrego, mentre

il detto si attacca sulle palpebre e se gira non può cominciare



plan de clivage su Niederngasse: 200 - Daniele Bellomi - quattro testi (2011)

http://niederngasse.it/200/archivio/bellomi-daniele

martedì 18 ottobre 2011


La perfezione della neve. Andrea Zanzotto, 1921-2011.



Quante perfezioni, quante
quante totalità. Pungendo aggiunge.
E poi astrazioni astrificazioni formulazione d’astri
assideramento, attraverso sidera e coelos

assideramenti assimilazioni -
nel perfezionato procederei
più in là del grande abbaglio, del pieno e del vuoto,
ricercherei procedimenti
risaltando, evitando
dubbiose tenebrose; saprei direi.
Ma come ci soffolce, quanta è l’ubertà nivale
come vale: a valle del mattino a valle
a monte della luce plurifonte.
Mi sono messo di mezzo a questo movimento-mancamento radiale
ahi il primo brivido del salire, del capire,
partono in ordine, sfidano: ecco tutto.
E la tua consolazione insolazione e la mia, frutto
di questo inverno, allenate, alleate,
sui vertici vitrei del sempre, sui margini nevati
del mai-mai-non-lasciai-andare,
e la stella che brucia nel suo riccio
e la castagna tratta dal ghiaccio
e - tutto - e tutto-eros, tutto lib. libertà nel laccio
nell’abbraccio, mi sta: ci sta,
ci sta all’invito, sta nel programma, nella faccenda.
Un sorriso, vero? E la vi(ta) (id-vid)
quella di cui non si può nulla, non ipotizzare,
sulla soglia si fa (accarezzare?).
Evoè lungo i ghiacci e le colture dei colori
e i rassicurati lavori degli ori.
Pronto. A chi parlo? Riallacciare.
E sono pronto, in fase d’immortale,
per uno sketch-idea della neve, per un suo guizzo.
Pronto.
Alla, della perfetta.

“E’ tutto, potete andare.”

giovedì 13 ottobre 2011


aise pei qen oupna


facile, facile genoma pneumatico, umidità a tavola,

umidità, canali. presa pneumatica, manica e pergamena,

umidità, umidità. questi pneumatici silenziosi, arcuate

le gomme, e morbido, morbido in estate, il paese.

e crusca, e cane, farlo a piedi, non può. cane, cane

genoma a manica, disgrazia, pergamena, e crusca,

umidità, la cena, non prato, uova, vita che può essere

loro, e vino, e crusca, tutta una tecnica precedente.

lunedì 10 ottobre 2011


dai modi (2011)


dire le cose passando dai modi a mondi dati per spacciati

o quantomeno per adesso sorretti da canti e costellazioni

canali autostradali e svincoli che portano ai supermercati

pure non guardati bene scavati a dovere in fondo e proni

o non a sufficienza per saltare ai mondi chiari abbozzati

appena per la crisi che viene data dai tempi dai mercati

che non temono affari o almeno non avendo che opzioni

per resistere in stupidità e coscienza del male non disfati

ma lasciati attraversare passare dopo non esserci tornati

sabato 8 ottobre 2011


come se (ii)

come se qualcosa uscisse dalle tempie e venisse posto in essere
separato lentamente dalla propria specie e quasi ricredendo
al senso originale del calore o della materia che si fa da parte

e pure occupando la regione laterale o limitando il volto noi non
lo vedessimo non ci apparisse sufficiente e temporale il grigio
che si astiene dalla pratica e impone al proprio tempo di indicare

sabato 1 ottobre 2011


preghiera del diaframma (i)


pensare a riunire di nuovo tutte le membra rese nulle,
le arcate che formano cataste, in giro, prendono il posto
del vento nell'immaginario e questo vento che le include
assume la vista orrenda del corpo che rimane
pensando
alla parte che preme, nel corso della notte che si prega,
che tu vuoi pregare, un'anima che può venire ammessa
solo se si stende, e poi rannicchia, salta per non cadere,
per non lasciare segni
pensarci un poco prima, per voglia
sottile, che non si deve, se c'è, che ora si riveste un poco,
per tutto il resto che si muove, tenere separato lo sterno
dall'ora del giorno che interpone
pensa al corpo, a quello
che non si stende, non se ne va in giro, meno cavo
per biologica inserzione, meno intimorito dalla formula
che esenta, giustifica. l'occhio se ne sta lì
penso che forse
il corpo lo tocchi piano sulla faccia, oppure l'una o l'altra
delle tempie, o il cranio che tiene ancora tutto dentro,
esorta a che le mani stiano insieme
a pensare almeno
un poco, urtandosi per produrre il soffio che schiocca
sul torace, resta intatto, non si perdona perché estinto
ma si chiede dell'adesso, dell'espirazione, della colpa
e torna alla domanda, finalmente c'è, non è rimessa

corrado costa. i migratori disorientati; alzare le gru ad alta voce; altre considerazioni non sulle gru; altre considerazioni sulle gru spaventate