venerdì 21 dicembre 2012


daniele bellomi - metabolica (2012)


voce, dei voti, avvolta in vuoti a perdere, armata e poi riaperta,
sovrascritta, levata e messa in sicurezza per la frana, nel frame
che la accatasta, tocca il morbo, annota lettere lasciate da redarre,
date al volto, all'osso, inverno dentro al verbo che verrà per primo,
voltaggio nell'acqua dei riemersi, trovati in troppi a brani diseguali,
bradisisma della linea in superficie, verticale dell'ascolto in tutto
ciò che toglie perfezione: punto a fuoco e dopo foce, del vortice,
riavvolto e imposto in scorta per la fame, nel frame che prende
crepe, intacca il morto, asporta i lembi rilasciati dal cadavere,
al largo, inverno dentro al verbo che verrà per primo, retaggio teso
in onda morta e poi riaperta, istituita a volte in parti da seguire,
posto e scisma della linea superata, verticale del momento
in tutto ciò che toglie perfezione: luce, del lutto, di svolta
in luoghi a perdere, se esposta e poi riavuta, scritta in breve,
caduta e posta in essere per farne parte, nel frame che porta
a crederle, che tiene rotta, annota lettere lasciate da chi è andato,
che resta in questo inverno dentro al verbo che verrà per primo,
viraggio ripartito dai riemersi, porta e lascia a galleggiare
se è distante in tutto ciò che toglie perfezione; cosa come formula,
tenuta in formalina, in linea chiusa e incipitaria, in data topica
e poi critica, cronica se messa a tempo per iscritto, issata al centro
esatto del diaframma, nel frame, per devozione a ciò che è estinto,
atteso al draft, che poi sparisce mentre contano i mittenti, lettera
mai arrivata al proprio esordio, al resto dove tiene, se è tenue
si infiltra all'organismo, arriva ad augurarsi una parola.

mercoledì 19 dicembre 2012


InGen

cari amici, 
in molti ci avete scritto, ma ancora di più sono quelli che invece no.
comunque: quelli che ci hanno scritto, i molti, ci hanno posto sempre e solo la stessa domanda: ma è davvero possibile ripristinare un dinosauro a partire da una zanzara incapsulata nell'ambra ammettendo che tale zanzara abbia fatto bottino del sangue di quel dinosauro che tutti noi che scriviamo, vale a dire molti, ci proponiamo di restaurare nel mondo? 
ebbene, amici, siamo spiacenti, ma è con la voce rotta dal pianto che dobbiamo rispondervi: no, tutto questo non è possibile. o, se preferite, niente di questo è possibile. tuttavia, non disperate: c'è un'altra strada per attuare i sospirati dinosauri. ci è infatti dato di estrarre uno o più dinosauri da uno o più fogli di carta, come provato dalle complesse equazioni che seguono. 

(nota: chi volesse cimentarsi nei dinosauri incassa allo stesso tempo
1) la mia totale approvazione 2) l'impegno di confezionarne uno tutto per me perché io non c'ho voglia). 




martedì 18 dicembre 2012


il seguito di quella poesia di natale

"I tronchi d'albero sono delle apparizioni, 
«grandi personalità di giudici».
 Disse: « Pronunciano grandi sentenze! 
Queste terribili sentenze!"
Bernhard

dunque eccoti natale parabolico, natale con la doppia,
cristo BBURAGO, costituito è inevitabile di
molte evoluzioni a rotta di collo e volùte
incaricate della morte e gincane che assolvono
più o meno la stessa funzione, di' la verità esprimi 
sempre una sola gara, all'infinito, l'ananke di una corsa
calamitata, votata non al traguardo ma a questa 
fedeltà, alla striscia magnetica che replica la luce 
come traccia madreperlacea di lumaca e non c'è sorpresa
nel tracciato, nelle forze invisibili dei telecomandi
che inarcano l'aria, non c'è differenza e la somma
del mondo produce un numero pari - poiché ciò che si ripete
nella conta binaria non è l'identico ma l'identico è il ripetersi 
di ciò che si ripete, dai ripetitori: l'interferenza.
ma al mio segnale. quando le ruote entrano in vigore
e la luce è una fiala, è una folla e l'albero imprime
la sua presenza come un verdetto
nel buio, nella grande notte del salone

lunedì 10 dicembre 2012


rc drift, rc gift

adesso torni natale radiocomandato, cometa GIG NIKKO
avanzi con l'antenna e pochissime direzioni
su tutti i terreni con le quattro ruote motrici 
la potenza del turbo e certamente questo è sufficiente
ma anche di più, perché nel miracolo dell'alettone
che riceve l'aria e la divide, nello spazio 
di un'ostia, l'aria a 27mhz e l'aria
buona a nulla, proprio alla velocità di punta ecco
che avviene il mondo, come un timbro, una prova
frontale

mercoledì 21 novembre 2012


daniele bellomi - mantica (ii) (2012)


a carica completa sul crinale, sacrificio, batteria
di fronte al soma, nel frontale: praticare il cosmo
dentro al posto e nel possesso, parete, muro drenato
via dagli occhi, contrarre e poi ripetere "radianza
degli accessi", mantra dei riemersi, proprio quanto
ci vorrebbe per tirare via tensione in superficie,
tornare ai vivi che pregiudica l'ascesa, blocca i gesti
delle mani, il sema della testa può predire, aprirsi
da sotto, dalle caviglie alle ginocchia: procedendo
altrove, girare la base, il βίος dentro la nuca, vedere
un tempo solo per questo tempo che si scosta via

venerdì 9 novembre 2012


daniele bellomi - mantica (iii) (2012)


eliminare per accogliere. ora comandano i lares
della casa, ferrate aperte nei frattali, pietra rotta
e che si rompe se lanciata, opposta e arresa al senso
della lama, limes, piano-centratura, tocco in risalita
che si gira nei tessuti, perimetro sull'orlo e il mucchio,
da urtare più volte, di occhi, stretta salda alla radice
(posto da cui scolare paratìe, vertice alto che passa
dai rami alle maree; fare il vuoto, uscirne fuori) sola
rimasta a tirare verso l'aria, sferrata, esatto centro
della schiena; spiegare la torsione, rendere conto
del fatto che sia lì, che questa parte sia per lei

martedì 30 ottobre 2012


daniele bellomi - s.n.r. 185 (iii)



volta, fase di visione della notte, intersezione nel lungo
della fibra, farsa esatta, modulata, siderale presa al punto
che si sposta verso il centro, struttura propria della nebula,
poi nebbia, calma indebolita, mai pronta a disconoscersi,
sintassi realizzata nelle cose, σύνταξις che mette a prova
il nervo più veloce, associa tutto ciò che porta ad arrow left,
momento per chi stacca la materia inerte, suolo percorso,
visto più volte dalla parte del visore; ripartire per contare
i soliti superstiti, conoscere il futuro per attrito, solo modo
che diverge in percezione, l'evento che passa dal bersaglio
al detonare, linea ed energia riaperta in quota, che stalla
e sgrana giorni chiusi in altri giorni, regesti per gli equanti,
epicicli al mezzo delle postazioni. non c'è mira, o quadro 
in prova a darsi avvio da solo, invalidando ciò che è vero;
terra che non trema, inverata, ridotta a calibri, cabrata,
collimata per come tocca a tutti, quando accade, per quanti
potrebbero chiamarla a riconoscersi nel padre: ordine
preso su di sé, tiro costante e decentrato, ora disposto
ad acquisire tutto, porta che si illumina, rimane, svolta
a cui non essere presenti, nulla che faccia male agli occhi.

venerdì 19 ottobre 2012


daniele bellomi - zero-risk bias mantra


se esiste un consenso è questione di onde, proprietà conduttive, abbassamenti di grado, quasi-particelle, presenza di forti impurità, variazioni di densità interna, simmetrie, accoppiamenti, meccanismi superconduttivi, temperature insensibili al segno, solidificazioni direzionali, vettori che prevedono un impiego orientato dei materiali, buste da inserire nel microonde, profondità che si auto-assegnano, si danno importanza da sole.

il rischio, se esiste, è un contributo magnetico, una lista di parametri nodali. per evitarlo è sufficiente conservare i campioni utilizzati, registrare i dati già acquisiti. ricordarsi di smaltire le provette, precisare le varie dipendenze, capire dove stanno le priorità, eliminare i dispensabili che percorrono i superfluidi.

quasi tutto viene coltivato, collaudato. non esiste un collegamento diretto per le associazioni uditive, le frequenze di risonanza. i campioni dell'eugenetica verranno montati su un palco mobile. il basso livello di rumorosità, durante la prova sperimentale, potrebbe consentire uno spostamento di frequenza verso il rosso. potremmo non essere in grado di stabilire valori per quasi niente.

lunedì 1 ottobre 2012


m.m. - 180 e rotti, sangue del; + esame

le cose e altre meraviglie


le cose sono ai piedi del letto, discorso indiretto – oppure le cose sono altrove, tra virgolette – le cose si dicono secche, di netto - senza esclamazione e senza domanda - non vanno a capo – le cose mute fanno la mutazione, quelle che suonano fanno una banda – tutte le altre, niente – le cose sono in minuscolo perché mai proprie - ma improprie: ciascuna cosa è contundente - si muovono oppure no, in branco o diversamente - più cose agiscono a testuggine, formazione catafratta - meno cose non importa, comunque entrano a spada tratta – caricano a testa bassa - e tiene banco, tra le cose, questa forza che le muove o le trattiene - una cosa che tu, mettiamo, o io, mettiamo, o qualcun altro, funziona, potrebbe pensare - un fatto che le precede, una cosa prima delle cose, che cede, si frattura e libera le seguenti cose (che non seguiranno) - e similmente le cose arretrate, la retroguardia, per creare un precedente_


le cose sono di sughero o di una lega inossidabile - ma allo stesso tempo - perciò una cosa è impermeabile e tuttavia non ha scampo - una cosa si muove sullo stesso piano, sempre - sta allo stesso modo, non conosce deviazione, tenta un varco tra le linee ma si infrange - senza alcuna alterazione - quando una cosa si spezza, non evade: rimane in posizione - (tra detonazione e denotazione) - le cose, è facile, esplodono - quelle che non esplodono, non hanno fretta: escono di taglio, con comodo, in un puro segno di baionetta - semplicemente, rientrano nel loro innesco, con la sola forza della linea, ma d'un tratto, d'un niente_

(occorre allora restare, protetti, nel punto dove gli oggetti rimarginano)_

alcune cose, col tempo, si danno spago, diventano oggetti – alcuni di questi oggetti (un tempo cose), sempre passando per la cruna di un ago, diventano tombe – (si distinguono perché inseparabili dalle loro ombre) - gli oggetti si dividono in due categorie, la forbice e la spillatrice - gli oggetti consistono perciò o nella distanza, o nella cicatrice_

(AVVISO_ la demolizione sarà controllata - sarà nel discorso - parola a frammentazione - durata senza parola)_

giovedì 13 settembre 2012


POESIA DI DIO NUMERO 3

altre cose che dio prevede la morte sono le manifestazioni studentesche soprattutto se il pomeriggio / prima vi siete visti tutti in palestra per scrivere lo striscione dove vi rubano / il futuro, ma non è finita perché dio gli basta anche solo / un uniposca per le date sui muretti e jim morrison / sull'eastpack e subito gli sale la morte nei tuoi confronti / idem per il minimo sospetto di j ax e club dogo / praticamente indistinguibili da corriere.it, / inoltre dio è ora di fare chiarezza su alcune vicende primo lo scherzo che uno entra / e chiede ad es. il phon e un altro subito / dice sì ce l'ho nello zaino, questo dio non è d'accordo / infatti tutti lo hanno sia fatto sia visto fare, / chi ha modificato gli screensaver dell'aula computer alle medie con "viva la mitika 3c" dio sfodera la morte, / poi mi dispiace ma le canne sono una grossa bugia è infatti / scientificamente provato che non producono né effetti né storie divertenti, quindi dio decreta / basta dire mentre stavamo fumando ecco che ha luogo questo aneddoto e purtroppo / anche qui dio è implacabile, dio non gli sfugge per anni ti sei rifiutato di credere che il wrestling / fosse tutta una montatura e anche se oggi / ti sei ravveduto mi dispiace non c'è scampo, / dio se ti tuffi nella fontana non importa cosa stai celebrando, purtroppo / è facilissimo che ti vale la morte, / pure non conviene indispettire gesù a riguardo dei tatuaggi / tribali o anche di nomi es. ragazza/o amico nipotina mamma / ma sono considerati gravi anche / i dragoni o le farfalline (sulla caviglia è un'aggravante / pesantissima) e in effetti proprio tutto e attenzione non importa se quelli / a tempo o invece quelli per sempre, anche se lavi il tatuaggio oppure se laser il marchio / di Caino resiste ai lavaggi e non viene via neanche all'inferno, / poi un appunto sui sorrisi dei bambini cioé è sufficiente enunciarli una volta soltanto e ti guadagni / l'iscrizione tempestiva nella blacklist del cristo

lunedì 10 settembre 2012


daniele bellomi - cut (2012)

non sanno ancora come distorcere l’originale: mancano le tracce audio. i suoni sono quelli di un annegamento: pare che qualcuno parli sopra. fanno benzina, poi certificano quello che è rimasto da mangiare: ottengono sconti su lavandini, cure mediche, beni di consumo, erbe, bendaggi gastrici, cariche detonanti, custodia dei figli. fai la tua parte, poi ti guardi indietro per vedere dove è rimasta. tengono presente il pil, poi fanno riferimento al peso lordo, totale, alla tua riconoscenza dopo qualche mese. considerano l’extra, sanno che possono tagliare dove vogliono. discorsi precisi, sotto scorta, scavati dove c’è l’inutile.

martedì 4 settembre 2012


il mistero di MONTOLIVO: un primo accenno


"guarda i suoi tiri come tentennano"

oggi pensavo a montolivo. come sempre, da che esiste. pensavo che è un giocatore unico: nessuno può sostituirlo. né lui può sostituire qualcuno. perché quando montolivo perde un pallone, dice il mio amico stefano, e io con lui: quando perde un pallone non perde solo un pallone, li perde tutti. non esiste nessuno in grado di perdere il pallone così totalmente, così profondamente perderlo. smarrirlo così alla radice. quasi lo abbandona, lo lascia orfano sul ciglio del campo. e sbaglia sempre in un modo tanto scontato, tanto naturale che neanche mandano il replay.
un regista a ritroso, lo specialista del filtrante all'indietro. sentiamo sempre dire che "montolivo lì è un po' adattato", non importa dove è schierato. allora io ho provato a dividere il terreno di gioco in quadranti, come a battaglia navale. una battaglia che vede montolivo perennemente affondato, montolivo a picco. e mi fingevo il dramma di questo giocatore che 3 metri più a destra fa schifo, un metro più indietro: ancora schifo, più avanti: sempre schifo, ma lì, proprio lì, in quel fazzoletto di campo asciuga le sue lacrime, su quella precisa zolla eccolo risorgere nuovo, risorgere campione.

io ti sogno così, riccardo, padrone indiscusso del tuo metro quadro. ma la verità è che non sei "un po' adattato": sei molto disadattato. al calcio. sei incompatibile col calcio.
allora eccoti, riccardo, ti vedo, per la prima volta ti vedo nitido, non sfocato come un tuo passaggio, vittima di questo grande equivoco: sei un vero portento, sei un ciclone. peccato che il tuo ruolo debba ancora essere inventato. io la tua posizione me la immagino così: una sorta di zona grigia tra il campo e la panchina, dove giochi da solo, incontrastato, dove combatti le tue paure, riccardo, le tue ZONE LETALI (http://www.youtube.com/watch?v=XEwMMCl229g). dove non c'è direzione, dove non esistono retropassaggi e filtranti, ma ogni passaggio è giusto nel momento stesso in cui scaturisce. dove non ci sono compiti, non c'è tattica.
la verità è che non sei tagliato per il calcio euclideo, dove le parallele del compagno e del pallone proseguono la loro inarrestabile corsa e non si incontrano mai, nemmeno si salutano. tu sei la stella di un calcio metageometrico. che non c'è. ma allora perché ci sei tu, riccardo? e infatti, neanche a dirlo: è questo che fai in campo. è questo che fai, prima ancora dell'errore, prima ancora dell'idea dell'errore (tu le cose non le sbagli: le pensi già sbagliate, già diverse, fuori asse). scompari.

sabato 1 settembre 2012


POESIA DI DIO NUMERO 2

dio non gli va bene se vuoi conoscere nuove culture / non gli va a genio la faccia marrone che si stacca dal buio / siccome sudata e lì rimbalza il flash della digitale samsung / da 80 euro presa al fuori tutto euronics / per documentare il divertimento e l'amicizia / in particolare stai certo che dio ti ammazza la vita se nelle foto / fai la linguaccia pensando simpatia e perché no ribellione / invece dio stima queste cose la morte a bruciapelo / dio inoltre non gli va assolutamente giù / il tuo colletto su, della camicia, che sfiora la nuca / così grande che è un bavaglio una gorgiera / un'altra cosa che matematico dio ti uccide è fare / nuove esperienze o in generale comunque è un'esperienza / poiché cristo è morto contro di te e la gita di quinta a praga / contro tutte le capitali europee e i bed & breakfast / sei ancora quello della cena dei cento giorni / uomo del mio tempo che inviti anche i professori e solo quelli più informali vengono / cioè spesso tutti tranne quello di ed.fisica ma perché / ha dieci classi e tutte lo invitano / ma poi comunque questi professori / che anche loro erano alunni / saltano l'after / e proprio su di loro dio si accanisce e gli somministra la sopraccitata morte / stanne certo che dio ti applica la morte per ogni prato per ciascun pranzo al sacco / puoi scommetterci che ti intima la morte alla tempia per ogni pedalò e ogni risció / perché la strada che porta all'inferno è lastricata / davvero male e c'è un posto /proprio per te con il braccialetto di caucciù più metallo / nella voragine


eexxiitt: resurfacing

 eexxiitt: resurfacing: diverse popolazioni si bloccano scegliendo la pietà, dividono spese, coefficienti: somme ponderali, punti base. quanto può costarmi = “vola...

mercoledì 29 agosto 2012


POESIA DI DIO NUMERO 1

cari amici, da oggi vi spiegherò la Parola: in altre parole, non parole qualsiasi ma parole poesia. vi illustrerò il vero e profondo senso del cristianesimo e badate che sono serio. non è una critica al cristianesimo la chiesa cui batto cinque, sono ok, apposto, se dovessi scegliere tra la verità e cristo: cristo, senza esitazione; è una cosa che gli adolescenti eventualmenti magari muoiono.

POESIA DI DIO NUMERO 1:

dio vuole la città del diavolo si chiama ERASMUS / vuole anche che se hai 15 anni o 14 o 16 anche possibilmente muori, possibilmente tramite motorino e asfalto / dio ti brucia le capanne sulla spiaggia vida loca / inoltre gli piacerebbe se ibiza viene usata per i test nucleari potentissimi / ma forse è già così infatti la gente dentro ibiza presenta / malformazioni e ritardi e infradito


plan de clivage (sul web)


m.m. - http://golfedombre.blogspot.com/2011/04/una-proposta-editoriale-manuel.html (otto testi. con un'introduzione di Stefano Guglielmin)

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su gammm:

d.b. - http://gammm.org/wp-content/uploads/2007/02/D.Bellomi_-Per-forza-di-cose.pdf (ebook HGH, scritture non narrative)

m.m. - http://gammm.org/wp-content/uploads/2011/08/m_micaletto__a_vario_titolo.pdf (ebook HGH, scritture non narrative)


-


su issuu:

d.b. - http://issuu.com/plandeclivage_b/docs/la_testa__2011_ (otto testi. ebook #01, éditions de cassure, digiciclostilato in proprio)

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su niederngasse:

d.b. - http://niederngasse.it/200/archivio/bellomi-daniele (quattro testi. non impaginabili senza oscillazioni)
 

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su rebstein:

d.b. -  http://rebstein.wordpress.com/2012/05/24/classi-di-resistenza/ (tre testi in anteprima e un .pdf)

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sabato 25 agosto 2012


shifting (2012)


parlano di lacca, lashes, innesti nella cute, intercettati,
ti hanno detto: sono giorni. scordano tentacoli all’esterno,
le ventose: ai tavoli rimane qualcosa da pagare. domandi
se proprio non gli riesce, o se è per altro che ti hanno lasciato,
poi provi nuovi accostamenti, connettori, valvole al red shift
del tuo domani. somigliano alle protesi, se guardi indietro
poi giù, la palpebra lì in basso, dove il testo perde i pezzi,
restituisce parti, porzioni cedevoli, coscienze che rientrano
alla base cranica, al fissaggio delle extension dove il tempo
è valutato come merce, doppia i poli, le punte. ti rendi
conto che sei fuori tratta, ordinazione, che il mondo può
ispessirsi fuori dalle cornee. tutto può virare nel pigmento,
poi cendre, richiedilo appena prima che si incendi. resti
se puoi prendere, comprare un centro errato, un’opinione.
pensi dopo a quello che potrai volere, valuti ricostruzioni
senza eventi: poi, per farti vendicare, impalchi il make-up

martedì 21 agosto 2012


eexxiitt: d. bellomi per eexxiitt : holy days - #03

 eexxiitt: d. bellomi per eexxiitt : holy days - #03: i monaci vestiti. i monaci vestiti: si definiscono – sono così, non chiedono esattezza. a cosa porta il migrare, c'è termine, di ogni – si...

lunedì 20 agosto 2012


combustion (2012)



os, che poi si ossida, declina, torna in bocca, resta
senza peso, riposa e appare netta: è leu, si arrotola 
nei manes, distribuisce il seme non rimasto, chiama 
aiuto, risuona con, riposta, consona alle proprie quote, 
varcando il fiato della rimanenza: vuole e si registra, 
ripete la stessa frase, risuona con: tracciante: segnale. 
forse aiuterà l'acustica, claustra, qualcosa brucia 
nell'angusto ma niente se ne va, se poi continua, ritorna 
per eccesso, aria nello sfiato. non sarò bravo declinando 
il termine, portandolo da solo a capo, nella testa, provando
un'altra volta, un altro test. dico: manchi. se lo dico
risuona con: tracciante, scambio inerte, riconoscimento
del segnale. penso che non sarò mai abbastanza bravo
con le mie macerie. non posso dirle da solo, riaverle
come stato di una nuova guarigione, viste sul nastro
mentre parlo. non ho deciso ciò che torna indenne: quello
che risuona all'interno, risuona con: collisione, materia 
che vaga verso il nihil, varia nella resistenza degli oggetti, 
viene stesa per se stessa, si organizza in costruzione 
di una macchina. non è uguale dopo os, particola lanciata 
verso il cerchio, attesa delle mie macerie dentro al taglio 
nella gola. un nodo permeato all'esistente, questa voce 
trattenuta, imposta, tenuta in conto. non sarò immune,
non proverò lo sguardo verso il nome, quel luogo 
che risuona, che è l'esterno, circolare verso il battito, 
stent, annesso all'epicentro, la calma dentro al muscolo, 
che perde, ritorna ad ostruirsi. questo risuona con: 
tracciante: segnale: pulsazione che ti aspetta, esausto, 
in os, creando affollamenti, adesso, nella strage: non sarò 
mai bravo a separare il replicante, il replicante: tracciano 
fasci precisi, linee dalla corda principale, vibrazioni 
raccolte mentre nuoti, ricordando il sangue in posizione, 
portato a termine, disposto nei dintorni, ventilato, via 
nel sogno. non sarò bravo a guardare le mie macerie 
con l'intenzione di sbagliare il punto, l'asse di una nuova 
convergenza, raggiunto dove è stanco, dove si cade 
in errore, al tempo di riposizione, che riporta, compone, 
risuona come ciò che è stato e che non era: tracciante 
che si impone di restare. dico: manchi, e questo 
risuona con: tracciante: segnale di os, di quella voce 
che prepara a non varcare ciò che resta, pensarci bene. 
decido nelle mie macerie. resto, è per tagliare il fuoco.

venerdì 10 agosto 2012


daniele bellomi - s.n.r. (ii) (2012)


volta, se è ciò che si organizza ad arrivare nell’altrove.
giunge finalmente alla propria luce, raggiunge il livello 
superiore di un conflitto non ancora combattuto, distanza 
ancora in corso fra le parti, e poi percorsa nel quadro 
generale di una perdita avvenuta, in corpo, nelle masse 
che stendono incroci sulla pelle, tessuto che si somma 
al tempo, scopre la cassa e torna nella mente, certifica
un modo univoco per darsi colpe, tornare, poi mortificare 
il tutto quando è a terra, dichiarato irraggiungibile. resta
in movimento, sa bene che non può più verificarsi, lasciare
campo alla frequenza, ai varchi fatti al τέμενος dei capi 
o dei regnanti, il vertice scoperti delle valli, del rift, a fossa, 
nel forse che è una minima porzione, che chiede la propria
buca come segno di un vuoto impermanente, che insidia 
fino al dubbio, all'argine che infossa il termine, il fatto 
esatto e cellulare che propone il divenire delle nascite,
le ripropone in tagli, rese semplici, più forti e nelle mani. 
sulle due volte qualcuno può lasciare, sulla terza poco 
meno che venire in nota, in centro a ciò che è costellato, 
preso se è centrale, consegna all’idrogeno, identificazione  
di un problema nel percorso dentro ai nervi, potendo
collassare dentro ai parsec. il corso è interazione, luce
che ricorda un mondo regolare, che appena l'attraversa

giovedì 9 agosto 2012


s.n.r. 185 (i)


volta, che contrae la sistole dei nodi, costruita dove
non si può, dove non c'è l'arcosecondo, la recisione
vibrata che scocca dentro non-storie di anni più isolati:
è δια, che si dilata, prova lo iato, che non accenta, stola
che conserva, porta il gesto e il grado in cui si accetta
o rappresenta l'esistente senza uscita, mediato nella scena
di traverso: volta in tre, classe di luce, mappa al secondo
del processo quasi-radiale che portano le strade, quella
di lui e del maggiore, prima fratello, ombra, preposizione,
trovato appena esploso dall'interno, ancora adesso a muro
di ventre rivoltato, nel turno nascosto, che si apparta,
porta il termine, la forza, di distesa che resiste mentre
muove, radente se poi muore, sfiora il corto della lama.
sarà un taglio, a duello se può uccidere, tiro che rimane,
deflusso nel ristretto, sceso, periodico di questa linea
trasversale che ora sversa, resa facile per nota o nell'attesa
che ora apre, volta sola per non deflagrare, che accade
nel mezzo della chioma, testa che si espande, κομήτης,
che cresce perché rimasta a crudo, denudata, vista da destra,
collapsar, tentata a qualche blocco di distanza, che è sosta,
apertura che si ferma, se è selce o se è da sola, del mare

lunedì 30 luglio 2012


d. bellomi : finzione atriale - carica a duecento, libera


atriale: la soglia costituita che rimane separata. andare via dalla terra. si riferisce a uno spazio o una camera. è un vestibolo che allaccia zone lontane, dispari nei corpi, caverne. è una finzione, ma decidono per la prima carica. per dire del cervello, e della stanza di raccolta del sangue. nel cuore esiste una regione laterale. vi si entra da un portale e si è nel cuore del sangue. applicano il gel. prima bisogna stare sulla soglia di una fibrillazione. per sempre separati da ciò che si era. non si riferisce più di spazi, o camere, di collegamenti ad aree remote, di corpi che si fanno dispari. impostano il timer. è una finzione. stanno nei corridoi. prima carica a duecento. vale a dire quanto vale per il cervello, e la raccolta locale, sangue, cuore, mano: il portale è lì, si entra, dopo la sala, ed è nel sangue del cuore. rimangono in contrasto, nel ventricolo in cui si perde il corpo. la parete è rimasta violentemente sottile. partenza dalla terra. per i pesci è diventato semplice, tutto va dall’atrio, si ferma nel ventricolo, abita le camere cardiache, arredate. nessuno ha mai pensato di curarli. i vertebrati si animano, restano anatomici, abitano locali a tre o quattro stanze, atrii circolari del sangue che completano un ciclo, ne iniziano uno nuovo. nel contrasto del ventricolo il corpo perde. non funziona. la parete resta inarrivabile, permette il sangue al cuore. ci sono almeno due sostanze, due parti che non si spostano. carica di nuovo. è una finzione. libera.