venerdì 21 dicembre 2012


daniele bellomi - metabolica (2012)


voce, dei voti, avvolta in vuoti a perdere, armata e poi riaperta,
sovrascritta, levata e messa in sicurezza per la frana, nel frame
che la accatasta, tocca il morbo, annota lettere lasciate da redarre,
date al volto, all'osso, inverno dentro al verbo che verrà per primo,
voltaggio nell'acqua dei riemersi, trovati in troppi a brani diseguali,
bradisisma della linea in superficie, verticale dell'ascolto in tutto
ciò che toglie perfezione: punto a fuoco e dopo foce, del vortice,
riavvolto e imposto in scorta per la fame, nel frame che prende
crepe, intacca il morto, asporta i lembi rilasciati dal cadavere,
al largo, inverno dentro al verbo che verrà per primo, retaggio teso
in onda morta e poi riaperta, istituita a volte in parti da seguire,
posto e scisma della linea superata, verticale del momento
in tutto ciò che toglie perfezione: luce, del lutto, di svolta
in luoghi a perdere, se esposta e poi riavuta, scritta in breve,
caduta e posta in essere per farne parte, nel frame che porta
a crederle, che tiene rotta, annota lettere lasciate da chi è andato,
che resta in questo inverno dentro al verbo che verrà per primo,
viraggio ripartito dai riemersi, porta e lascia a galleggiare
se è distante in tutto ciò che toglie perfezione; cosa come formula,
tenuta in formalina, in linea chiusa e incipitaria, in data topica
e poi critica, cronica se messa a tempo per iscritto, issata al centro
esatto del diaframma, nel frame, per devozione a ciò che è estinto,
atteso al draft, che poi sparisce mentre contano i mittenti, lettera
mai arrivata al proprio esordio, al resto dove tiene, se è tenue
si infiltra all'organismo, arriva ad augurarsi una parola.

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