mercoledì 9 novembre 2011


la so, l'ultima.



vedi nessuno piange per le rendicontazioni che non ti rendicontano sui trecento otto meno quello perso nel dedalo di montecitorio per l'attacco prostatico, e manco per te. vedi, ti hanno detto che quella, proprio quella è la porta, da chissà quanto tempo. vedi, è quella. 



o meglio, si piange perché ci hai aperto un po' di baratri a caso, ce li hai fatti vedere bene o male tutti. e noi a dirti per favore vattene, ma tu niente, se parliamo di porte niente, ma tu sai appena quella di porta pia, e quindi a pregare per nessun governo tecnico, tu quoque reuters, sic transit gloria mundi, e infatti quanto tempo, mannaggia, diciassette anni tempo per chi aspetti tempo. 



vai e non voltarti, ti inseguono eserciti di er pelliccia travestiti da estintori. e non tornare, c'è ancora il lettone di putin come l'hai lasciato tu, dopo che hai fatto spread di tutte le donne di cortesia, delle ford escort uno punto otto turbodiesel settantacinque cavalli pre-usate a cinquemila euro. fallo rifare a uno dei tuoi famigli, di default.



soprattutto vai via. se qualcuno obietta forse (sarà uno dei tuoi portavoce) che ci mancherai, non è vero.
e non ci serve questo tuo rievocarci tutti i cucù i kapò i commessi i portaborse per non parlare delle corna dei disegnini sconci delle barzellette oscene dei proclami storici dei ristoranti pieni dei cinema affollati dei souvenirs in faccia delle canzoni neomelodiche dell'anarchia sui temi etici dei trapianti dei capelli dei culti e dei leader.



formalizzaci le tue intenzioni, senza questo stretching concettuale delle cose brutte che son brutte forte e basta. comunque con te non se ne va la memoria e neanche i tempi peggiori ma il niente la zolla innocente che siamo. al limite ti riconosciamo il milan di van basten gullit rijkaard, acclarata la tua mossa politica di fidelizzazione delle masse per mezzo del calcio.



vai, anche perché ti vediamo troppo remissivo, anche perché questa sembra l'ennesima mossa da fenomeno, anche perché a saperla giusta da te, arrivederci.



vedi, vattene, quella è la porta, la porta, non la poltrona, per una volta la vedi, vedi, non ti vogliamo.


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