e così è come segue, l'azione è prevalsa.
può accadere che si restauri, che avvenga di tornare indietro, che si sia una facciata sulla prima visione del tempo, un tempo, se si parla sapere in vigore nei secoli passati.
dallo studio riposa, inerte, anche se ora si tiene al gioco. l'ama. non sa bene chi.
così sono i maestri. chi con i ciechi tenta il volo dal baratro, suona quello che ha, danza per abitudine.
ora si discute, un tempo, lo studio tramutato per i colpi, con gli occhi che lo avvisano del pianto.
perché a me, con questa trama, di questa contrarietà, attirato verso il trauma, sembra così.
non so se è come segue, non so come si legge.
chissà cosa mi trovo davanti. ma cosa vuoi che abbia.
tu ce l'hai proprio lì, ce l'hai in fronte, non so bene come fosse, in precedenza.
rimane uguale alla nuca, al giorno, a questo giudizio incostante.
so che per non dire invano, per non dire invano, non potrò appellarmi.
Nessun commento:
Posta un commento