il primo nemico blàtera, notte
e giorno, parla di ciò che si ricorda
della notte prima, passata, ricorda
il nastro, la linea elettrica sopra la testa,
la persistenza della lesione, le superfici
oculari trasparenti che attraversa,
l'esporsi al fuoco dove scarica, tiene testa.
di giorno ride, si rigenera: nel mare
non si tiene niente, dice, lì fluisce,
scarica solo l'arma nel poligono, si espone
al proprio stato equivalente, al serbatoio
che segna l'ultima tacca, rimasto
per esplodere, alterare i geni. pensa
che deve pure iniziare a scorrere
nella luce come fiume, o polimero.
nel ventre della canna ripara, ci pensa
la semi-automatica, dice, decide
per la soluzione, si determina:
dentro la bocca contatta
il cranio, si mette in lista d'attesa,
gli chiede se rimane
(l’opera si affila sempre
per quanto vale, per quanto se ne vada)
*
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