chiedersi circa le maree, gli orbitali,
il proiettile ritratto in varie angolazioni,
il flusso di scavo aperto sul cambio di visione,
circa le occhiaie, la scalata dal fondo
nero, la sagoma erosa nell’insenatura, la resina
estesa per via circolare, la sezione di corteccia
aperta lungo i bordi, tornata al punto
di contatto agli occhi; adesso oppure dopo,
se accade. il resto fa a gara con altro,
è zona presa e campionata, resa contorno:
un’omissione lucida e precaria, un punto
cruciale che risente, muove dalla voce,
diserta la fibra transitoria; circa l’alga,
la curvatura del peso, l’arto mancante.
punta il dito, proclama l’ordine del fuoco:
la cellula continua il proprio intreccio, il fatto
linguale, l’indice rimasto illeso in mormorio
etereo, inerte. la radura scelta per riunirsi
rimane ancora senza protezione.
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