lunedì 9 aprile 2012


classi di resistenza


acque di vegetazione


ricomincio a fare graffi come prima cosa _ prima sul viso perché non basta l'essersi liberati dalle cicatrici _ dalle bianche lesioni dei rami rimaste nel midollo _ i fusti da cui non proviene alcun suono _ prima sul viso perché non ci sono né sicurezze né rasoii _ sono io, mentre respingo qualche cosa altrove _ qualche raggio ritorna ad affacciarsi _ potrebbe raggiungerci domani nel periodo reso dalla prospettiva _ quindi luce come passatempo o egemonia _ il fatto di guardarsi negli occhi _ è il vuoto riposto in attesa dell'osservazione _ sono io, non mi assolvo _ la difficoltà di conservare il gesto _ nello scatto breve e intollerante delle palpebre _ sono io, non sono nella foto _ nascondo le annotazioni tra zigomo e zigomo _ dove si formano le crepe _ dove rimane un testimone _ vedo se davvero non cresce la distanza _ se non serve a scalfire la corteccia _ sono io, non ho legami _ e il giorno prima _ non importa quale _ starò lì riverso _ mentre il resto ha già smesso di capovolgersi _ e da un po' di tempo non può ruotarci attorno _ nell'invisibile nulla che nuota dal giorno verso ciò che segue _ sono io, sono sempre io _ separato dalle ultime certezze _ non permetto che qualcuno possa vederle _ come le piante che seccano _ riposte nell'angolo _ rischiano di finire interrate _ marcire attendendo una luce che non arriva _ sono io, ed è la colpa più grande _ cercando alternative ai significati _ alla metafora come scenario perso del tempo rimasto _ qualcosa viene a prenderci _ riversi nella terza occasione del risveglio _ sono io, mento ma non ora _ dormire tranquilli nello stato guaritore _ nello sguardo che non si ferma sotto le ciglia _ ma continua e vaga in riflessi concentrici _ dal bordo di una possibile beatitudine _ che pure può sorprenderci ed attende _ si consuma _ e sono io, qualcosa chiama _ dismetto ogni lezione ricevuta _ il poco tempo che rimane passa per varcare se stesso _ oltrepassare le persone che respirano _ ora dài un'occhiata a questi solchi nel legno e dimmi _ fino a quando continua la danza a vortici dell'aria _ sospinta dal disagio _ fuori dal solco prestabilito _ sono io, premo l'insetto sullo schermo _ passa l'ultima occasione buona per tacere _ ed è così che fermo gli altri _ mentre comprendo la mia avversione per la fuga _ cerco una madre a ridosso delle radici _ la riconosco _ galleggia come spugna nell'aceto _ e non scappa perché ancora non ha compreso _ cosa vuol dire scivolare _ nei rami che sono immagini protese _ impressioni che non possono resistere _ rimanere a braccia aperte _ scelgo di coricarmi verso la fine _ poco prima della linea d'arrivo _ poco prima della rotaia _ e corre questo fiato _ corre sui ritardi dell'acqua _ sull'occasione di una resa _ i polmoni sono già nella cassa _ e nessun si dispiace per questo vigile nonsenso _ che scosta una continuità surreale _ di case ed alberi _ di occhi e di madri _ in un discorso che non sa fare male _ che non può finire per estrema noncuranza _ sono io, non confido _ e capisco cosa vuol dire divorare ciò che brucia _ e sono ciò che brucia per come io l'avrei bruciato _ per la cadenza delle cose giuste _  polvere di muro _ disamore _ unghie sorde _ insetti a nuclei uno sull'altro _ una voce che non cede mentre spiega le sue ali _ luce che mi attrae _ che mi serve per affrontare i nodi in gola _ o i nodi del legno che non siamo in grado di rimuovere _ avere una diffidenza perfetta _ per un discorso che non rappresenta _ o calcolare indifferenza per cose di cui non abbiamo colpa _ potrebbe non aiutare _ così come il parlare di realtà una volta tanto _ una volta come sempre _ come ogni volta in cui si parla _ di quel discorso che sembra incompiuto _ la tua tendenza ad arrogarti la parola _ in quest'ora che si compone per luoghi comuni _ luoghi scuri nel colore della carne in cui scompaiono _ in cui si può solo implodere _ o cercare il proprio canale di scolo _ in quest'ora che è linfa o taglio opalescente _ di occhi che finiranno per cercarsi _ quello forse sono io, quell'altra tu, luce che mi attrai

Nessun commento:

Posta un commento