giovedì 21 luglio 2011


adesso che sia adesso, dirlo

adesso che sia adesso e che la conseguenza non sia il togliersi di mezzo,
provare a dire che non è vero, ripeterlo se non ritorna sulla punta
della lingua, con la voce alzarlo per formule di senso corrente, come
usuale e non detto sia il vaglio che si tenta sulle parole. una sola
la specie che si rapprende alla meglio, anche se questa fosse la scusa
per non farsi pregare a ributtarla fuori, lasciarla correre, andare.

*

adesso dirlo sul serio di non poterne più dei cappi rimessi addosso
perché tirati a giorni dall'armadio come parole d'amore fuori dalle dita
e neanche di nodi continuamente stretti, anche solo a spanne, mai
preziosi, e così nemmeno se chi ricambia al desiderio poi te lo sbatte
in faccia con le occhiaie di chi non ci dorme e allo specchio controlla
soddisfatto se c'è la giusta cera, altrimenti soli a letto, più assennati.

*

adesso, sul serio, non per dire, vorrei meno sottofondi, sottointesi,
condotti sfiati e specchi a coprire una parola sfigurata, oscena per sola
necessità di riempimento, di risacche, ruminanze dentro allo stomaco,
motivanti una parola interna, fatta sì di intestini ma rovesciati avanti:
e meno sbreghi, per favore, o almeno solo quelli veri, presi addosso,
detti una volta. chi si rivede così mente alla piega del corpo, nel sonno.

*

adesso che sia adesso dirlo che non è tutto a buon mercato come linee
forse di ombre abbracciate ai corridoi, a cliniche che danno impressioni
non stonate se le si vuole misurare sugli occhi che sbattono cercando
la parola. e a chi toccano i denti, chi i morsi, oppure le labbra dilatate
così per certo non lo so, ma con l'effetto è sicuro aggiunto un marcatore
di rilievo. la curva glicemica prende la parabola, si scoppia addosso.

*

adesso che sia adesso e che ci siano tutte le conseguenze messe in testa
o toglierle di mezzo, provare a dire che non sono vere, non ripeterle se
non ci tornano da sole sulla punta della lingua, con la voce non alzarle ma
dimesse o per correnti e formulazioni, come sia uguale e ridetto il vaglio
che si è fatto una volta sulle parole. per ciascuno una sola voce al coagulo
del distacco, pure fosse una scusa per non farsi pregare, e ripensarle.

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