mercoledì 29 giugno 2011


un'ora, no, di meno

la venatura per una volta e gallerie nel posto in cui conserva
il senso la coda che non si muove di mezzo alle cambiate

la scocca segnata a quanto manca ripiegata la marcia unica
di senso costretto ne scende scoperchiata ne scende la parete

è trasporto nazionale di qualcuno scivolando svicolando trovi
gallerie una sull'altra e cosa facciamo ora con l'occhio sui

terrazzi fai con il motore spento mi ridici tu cosa fare poi
avanti una mezz'ora arrivati qui in mezzo quando il controllo

elettronico di una velocità appena sopra il limite sentirsi soli
e litigare consentirti appena la parola sperando di essersi

arrese all'area di servizio una lamiera incandescente batte
la sigaretta ora indifferente e mi descrivi la distanza, ti scrivi

come vuoi che lo vediamo quanto
manca, un'ora, no, di meno

e allora il segno nella mano si riprende ti riprendi e ora viene
qualcosa di meglio perché steso dalle dita che dalla voce

si dà solo questa voce venti secondi impostata compone
e ricompone da zero il numero che ti contiene la successione

di due metri in due metri per fari alogeni allerta di due lavori
al chilometro quaranta attenzione perché all'epoca già

c'era il problema passati via e non c'è la parola proprio
giusta quella più plurale adesso allora lo vedi che si è troppo

a mezz'aria con quel pilone manca l'aria senza pareti manchi
l'aria per capire poi come si chiama qui il posto nostro

evocato dalla valvola più corta la pressione delle ruote
a venti venti miglia inizio e mi descrivi la distanza, ti scrivi

come vuoi che lo vediamo quanto
manca, un'ora, no, di meno

funzioni intermittenti, non funziona, funzioni come vuoi
arrivederci, che ti scrivo, e mi descrivi la distanza, ti scrivi

come vuoi che lo vediamo quanto
manca, un'ora, no, di meno

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